La Storia

Dal 1921 al 1960

Nel 1921 l’Università Agraria procede ad una suddivisione delle terre, che fallirà parzialmente nove anni dopo. Mentre Manziana si adegua progressivamente ai ritmi e ai metodi del regime, nonostante non manchino gli oppositori, gli avvenimenti di rilievo non sono molti: nel ‘26 inizia a funzionare il cinema “Augusto”, nel ‘28 nasce la prima squadra di calcio manzianese. Nel 1931 muore Tommaso Tittoni, sinceramente rimpianto. In seguito, si sistema la piazza del paese, con la demolizione degli edifici che la chiudono a est. A Quadroni, la piazzetta della chiesa - oggi intitolata ad Antonio Valentini - viene dedicata al duce del fascismo.
Manziana, intanto, è sempre area preferita - e lo sarà a lungo - per le esercitazioni e le dimostrazioni militari.
Il bosco è già da tempo mèta delle scampagnate domenicali dei Romani. In più, ospita capanne temporanee per i bambini che usufruiscono delle colonie estive organizzate dal regime. Ogni tanto è frequentato anche dai cacciatori.
La Seconda Guerra Mondiale è ancora viva nel ricordo dei Manzianesi, col suo carico di esperienze e di immagini più o meno dolorose.Le notizie che giungono dalla Russia e dall'Africa diventano sempre più drammatiche, e svelano l'impreparazione e la povertà di mezzi del nostro esercito. Dopo le notizie, piovono le bombe. E diventa chiara, dopo lo sbarco alleato in Sicilia, la consapevolezza che la guerra è irrimediabilmente perduta.
Intanto, dal 22 aprile 1943 sono stati trasferiti a Manziana parecchi prigionieri inglesi, marinai di tre sommergibili affondati (tra cui il 'Saracen'). La sorveglianza italiana è senz'altro umana e rispettosa, ben più di quella tedesca. All'alba del 9 settembre i soldati germanici si avviano ad incontrare i rinforzi che scendono da nord, e lasciano liberi i prigionieri; questi ultimi ringrazieranno sentitamente, nel dopoguerra, gli italiani per il trattamento ricevuto durante la prigionia.
Il 3 settembre del '43 il governo italiano firma l'armistizio con gli Alleati a Cassibile, in Sicilia. Badoglio comunica la resa dell'Italia solo il tardo pomeriggio dell'8 settembre. La mattina del 9 il re fugge precipitosamente da Roma sulla via Tiburtina verso l'Abruzzo, e nella notte fra il 9 e il 10 si imbarca a Ortona sulla corvetta 'Baionetta' per raggiungere Brindisi. Il 9 settembre - mentre i nostri granatieri combattono con inutile valore contro i tedeschi a Roma, a porta San Paolo - alcune truppe italiane tentano presso Manziana, il pomeriggio, una vana resistenza all'occupante germanico. I tedeschi scelgono palazzo Tittoni come sede del comando locale. Pochi mesi dopo, il 5 dicembre, nella vicina Canale si verifica uno scontro fra alcuni partigiani e i tedeschi impegnati in un rastrellamento.
Il 29 gennaio 1944 i bombardieri B26 americani danneggiano il ponte della ferrovia appena a nord di Manziana. A marzo, diversi giovani evitano all'ultimo momento la fucilazione sulla piazzetta di Quadroni. Il 23 aprile, ancora a Canale, una bomba alleata uccide 5 civili.
All'inizio di giugno, non appena giunge la notizia della liberazione di Roma, si evita a stento - con la mediazione decisiva della signora Irene Enderle Resio* - che i tedeschi facciano saltare in aria Palazzo Tittoni. Quando i soldati americani entrano a Manziana il 7 giugno, alcuni di loro muoiono bruciati nel proprio blindato M8, centrato dall'ultima cannonata dei tedeschi in fuga.
Finita la guerra, Angelo Cordelli affresca la chiesa di S. Giovanni Battista, mentre la vita del paese si incentra sulle quotizzazioni delle terre che avvengono nel 1946 e nel 1950.
Nel '49 si organizza a Macchia Grande il campeggio scout di un'organizzazione ebraica: piccolo ma importante segno di un mondo che cambia. Un altro segno di cultura civile - in quegli anni - è la festa degli alberi, che viene vissuta con letizia dai giovani scolari manzianesi.
Progressivamente, Manziana entra nel ritmo della ricostruzione italiana. Si comincia a vivere meglio, in una serenità faticosamente riconquistata; e se da un lato dispiace che i Sanminiatelli pongano termine alla consuetudine della passeggiata a S. Liberato, fa piacere, dall’altro, la frequente presenza di Gustavo VI Adolfo, re di Svezia e archeologo. Dal dopoguerra fino agli anni 60 un altro personaggio inorgoglisce i Manzianesi. E' il fantino Giuseppe Gentili (1917-1978), detto 'Ciancone', vincitore per nove volte del Palio di Siena.
Nel 1958 viene inaugurato il monumento a Tommaso Tittoni. Il cinema intanto si avvicina sempre più alle bellezze naturali del luogo; sull’esempio di chi nel cinema lavora, diversi romani scelgono Manziana per costruirci la seconda casa - una villa possibilmente - che col tempo diverrà l’abitazione vera e propria. Dispiace L'abbattimento della chiesetta di Gesù e Maria. Progressivamente, per le vie di Manziana, il passaggio delle automobili diventerà soverchiante rispetto a quello dei carri trainati dai buoi.
E ai primi anni ‘60, alle soglie del “boom”, si arresta il nostro riassunto: gli eventi degli ultimi decenni sono cronaca, e tutti i Manzianesi, nativi o d’adozione, ne sono i testimoni, con passioni e ricordi ancora evidenti.

* Biografia di Irene Enderle Resio
Matilde Irene Enderle Resio nasce a Budapest nel 1877 da famiglia di lingua tedesca. Venuta in Italia, sposa nel 1902 l'ufficiale di marina Luigi Resio (1870-1921), da cui avrà tre figli: Maria Angela Rosa, Carlo (che se-guirà le orme paterne) e Arturo. Irene e Luigi, che vivono a Roma, costruiscono a Manziana - fra il 1909 e il 1910 - una villetta che sarà ideale per trascorrervi i periodi di vacanza. Nel 1921 muore Luigi Resio. Irene morirà a Manziana nel 1962. Oggi è sepolta nel cimitero manzianese assieme al figlio Carlo (m. 1997).









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