Memorie

Preistoria e protostoria. Le memorie etrusche.

Fino ad oggi il territorio manzianese appare assai povero di reperti riguardanti preistoria e protostoria: pochissime punte di freccia provenienti da S. Pupa, e alcune cavità del terreno considerate, con alta probabilità di errore, come resti di sepolture villanoviane. Più interessanti sembrano un paio di testimonianze ‘indirette’, due grotte che sono state conosciute - forse - dagli abitatori più remoti (anche per il ritrovamento, nei pressi, di alcuni nuclei sbozzati di selce).La grotta di Battilocco presso la Lenta può aver costituito, un sito adatto a brevi stanziamenti: ampia e dall’alta volta incurvata, presenta su un fianco una seconda apertura abitabile. Più ad ovest, la grotta di Pian Curiano attende uno studio più approfondito; davanti all'apertura, la vaschetta scavata in un macigno testimonia la lontana presenza dell'uomo

ETRUSCHI - I SEPOLCRI
L'area delle Petrische comprende il pianoro alle spalle dell'omonimo Casale e la 'castellina' che digrada verso sud. Sul pianoro è stato liberato dalla terra di accumulo (settembre 2011) il sepolcro 'del pero': è una tomba con breve dromos a gradini e camera sepolcrale a due letti. Alcuni frammenti ceramici, fra i pochi ritrovati, hanno permesso di ricomporre parzialmente un attingitoio in bucchero. A pochi passi, un altro sepolcro attende di essere liberato dalla terra di accumulo.
Poco a sud del Casale, dove il pianoro cede il posto a brevi dirupi, la copertura della camera sepolcrale di una tomba è crollata, risparmiando soltanto la celletta con le banchine per il corredo funebre e la relativa porta d'accesso. E' ancora possibile, tuttavia, vedere che il giaciglio sulla destra era riservato a una donna. Sul terreno sovrastante e lateralmente al sepolcro, si intrecciano grosse 'liane' di vitalba: da ciò il nome dialettale di tomba della "vitabbia".
Meno di duecento metri a ovest dell'Ipogeo delle Petrische, su un prato in declivio, si trova il sepolcreto detto, appunto, 'del prato'. Delle tre tombe indicate dall'emergere della porzione superstite della copertura, la prima - a due posti - è stata liberata dalla terra d'accumulo tra marzo e aprile 2012. Sul letto destro sono apparse due macchie di ossidazione, dovute probabilmente a un medaglione e a un pugnale. La seconda tomba del sepolcreto è stata ripulita nel maggio 2012.
Non lontano dalla Torara, che vedremo nell'apposito paragrafo, compaiono i resti di una tomba (a pozzo?).
In altre aree del comprensorio manzianese, buona parte dei sepolcri etruschi è assai degradata o interrata. I resti di una sepoltura sono rintracciabili al Pontone Lungo, sulla sinistra dell'omonima strada. Sepolcreti e tombe ancora visibili si trovano all’interno di Macchia Grande (alle Solfaraticchie, ormai in rovina, e alle Fontanelle) e a Pian Curiano.
Praticamente illeggibile risulta la Valle delle Sepolture, fra il fosso Gufo e il fosso Mola.
I manufatti funerari ‘testimoniati’ sono indicati nell’area delle Macerine, a nord del bosco, poi nei pressi della Caldara e a nord-est delle pendici dell’Eremo.

ETRUSCHI - ALTRE TESTIMONIANZE
Elementi interessanti si incontrano a sud del Casale delle Petrische. A poche decine di metri dal Casale compaiono diverse vasche, scavate nella roccia emergente e disposte a coppie, sfalsate in altezza e comunicanti attraverso un foro. A breve distanza, alcuni massi emergenti dal terreno risultano parzialmente modificati dall'intervento dell'uomo. Sarebbero, secondo alcuni studiosi, accorgimenti relativi alla sistemazione di abitazioni in legno. L'uso delle vasche era riservato - con ogni probabilità - alla pigiatura dell'uva; per la datazione, tuttavia, gli studi non sono ancora completi. Un'altra vasca 'vinaria' è visibile quasi al termine del pianoro del Casale.
Ai piedi di uno scoscendimento alle spalle del Casale, si apre l' Ipogeo delle Petrische, lungo circa otto metri e caratterizzato da un vano centrale sul quale si aprono tre ambienti, due a destra e uno a sinistra. La presenza di nicchie con gradino in pietra e di nicchie più piccole a mezz'altezza fanno ipotizzare un uso sacro ma non sepolcrale.
Nella Lenta, fra il Pontone Corto e il Condottino, sfocia una galleria artificiale che raccoglie - da grandi pozzi scavati nella campagna e segnalati all'esterno da piccole macchie di alberi - le acque di superficie: pozzi e galleria costituiscono i Pozzali, affascinanti nella loro severa e arcaica efficienza. Sulle pareti della galleria stessa - alta quanto una persona e a sezione vagamente ogivale - possono ancora scorgersi le tracce lasciate (dall'alto verso il basso) dagli strumenti di scavo.
Seguendo il corso della Lenta - fra i Pozzali e la grotta di Battilocco - si incontrano alcuni possenti macigni, sagomati artificialmente a gradini. Le tracce di blocchi asportati ne testimoniano l'impiego di cava, almeno per qualche tempo. Ma la vista d'insieme, l'aspetto generale dei massi e la sagomatura originaria dei gradini fanno seriamente pensare che i macigni stessi costituissero, in precedenza, un'area votiva. La vicina parete di roccia presenta inoltre alcuni fori rotondi realizzati artificialmente. La datazione del sito è, comunque, ancora da approfondire.
Al fosso Gufo e presso la Lenta si notano nella roccia due sorgenti scavate artificialmente.
Sul pianoro del Casale delle Petrische sono visibili i resti di una cava. Un'altra cava, vicino ad alcuni lacerti di un'antica strada, si trova nei pressi della Torara. I grandi massi sono disposti quasi in circolo, e in un caso è ancora possibile scorgere il verso secondo cui venivano staccate le lastre.
Appena passato il fosso delle Macerine, poco a nord-est di S. Pupa, un macigno sagomato sembra proprio un altare votivo.

VIDEO - TESTIMONIANZE PREISTORIA E ETRUSCHI, senza la Torara (WMV, 21,9 MB, 3'11". Riprese effettuate fra il 1997 e il 2012)
VIDEO - PETRISCHE, I SEPOLCRI, senza la Torara (WMV, 22,6 MB, 3'11". Riprese effettuate fra il 2011 e il 2012)









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