Il Folclore

Infanzia e fanciullezza

Molte delle tradizioni manzianesi sono andate trascolorando nella memoria degli anziani o sono state sostituite - come testimonianza folclorica - dalle manifestazioni, religiose e non, che pur essendo ‘tradizionali’ non costituivano (e per certi versi non costituiscono ancora) documento di cultura popolare.
Osserviamo il CICLO DELLA VITA, partendo dalla nascita e dalla prima infanzia. Delle usanze precedenti il parto - legate all’area romana - restano ricordi sfilacciati e lontani, mentre le formule e gli amuleti che accoglievano il neonato (il “breve”) sono chiari nella memoria. Se poi le ninne-nanne sopravvivono con molta fatica, sono invece nitidi i ricordi delle filastrocche, quasi tutte mutuate da Roma (ad es. ‘Seta, setòla’, 'Maria Giulia’, ‘Checco povero Checco’), che accompagnavano i divertimenti infantili.
Tra i giochi della fanciullezza gli anziani rammentano: guerra francese, sor Girolamo, ocarella, saltalamula, bacca, battimuro, sottolalocca, marroncino, pìttolo e petì. I bambini erano bravi e veloci nelle corse coi cerchioni delle biciclette, spinti con un'asticella di ferro opportunamente sagomata. Importante era pure il "Giro d'Italia", disputato con le biglie o con i tappetti a corona, su un circuito tracciato a terra con il gesso. Le bambine erano appassionate alla 'campana' e ai giochi dei cerchietti, lanciati e presi al volo con i bastoncini di legno.
Nelle avventure delle ‘bande’ di ragazzini era ben visibile il dato culturale folclorico della gerarchia, in cui l'autorità del leader nasceva dal prestigio, più che dalla forza fisica o dall’eventuale disponibilità di denaro.









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