Il Folclore

Ciclo dell'anno: inverno e primavera

Osserviamo il CICLO DELL’ANNO, le cui memorie vanno ormai diluendosi. Solo gli anziani ricordano gli umili regali che i bimbi ricevevano il 6 gennaio, giorno della 'Pasqua Befanìa'. Se si celebra ancora la ricorrenza di S. Antonio abate, il 17 gennaio, è scomparsa la consuetudine del "cuccociccio" con cui i ragazzi - sotto Carnevale - chiedevano pezzetti di carne, da infilare su uno spiedo e mangiare poi all’osteria (l'usanza del 'cuccociccio' è stata forse importata dalla Toscana sud-orientale, fra il monte Cetona e il monte Amiata, dove aveva luogo fra novembre e dicembre). E non c’è più da oltre mezzo secolo la gioiosa passeggiata allo chiesetta di S. Liberato, presso Bracciano, che si svolgeva ai primi di marzo ed era la festa della natura e dell’amore rinascenti.
Tra febbraio e marzo, poi, si collocava il periodo della 'monnarella', con cui si provvedeva a mondare dalle erbacce le tenere piantine di grano. Ad aprile si operava la 'strappa', la sterpatura nei prati per lasciare pulito il fieno.
Delle celebrazioni pasquali, anche i sessantenni rammentano la merenda in campagna, presso il convento sull’Eremo, il pomeriggio del Giovedì. E la piccola e sentita processione del Venerdì, che resiste a Quadroni, fa pensare all’analoga cerimonia - forse più ricca di coinvolgimento e suggestione - che si è tenuta a Manziana centro fino ai primi anni ‘30: c’erano i personaggi della Passione, gli incappucciati e i diavoli che trascinavano le catene. Sempre a Quadroni si accendeva il Fuoco del Venerdì Santo.
La prima domenica di maggio brilla ancora, a Quadroni, il Fuoco di S. Vincenzo. Il giorno del Corpus Domini la processione si snoda per le vie di Manziana: il sacerdote cammina sulle infiorate realizzate il mattino stesso. Con i petali delle ginestre nascono altre piccole infiorate dinanzi alle porte del borgo quadronese. E' invece scomparsa - da ben più di un secolo, ormai - la "bifolcheria", che si teneva la domenica della Trinità: davanti a un vasto pubblico si correva sulla Lungara (l'odierno Corso) il Palio dei cavalli scossi, al quale seguiva il Palio delle brocche, portate sulla testa senza il cèrcine dalle donne del paese.
E a proposito di animali in corsa per le vie di Manziana, un disegno di autore anonimo (1800 ca.), ci ricorda che due volte all'anno c'era il passaggio delle 'vaccine' (le vacche maremmane) sulla piazza comunale. Più che 'passaggio', era una corsa sfrenata delle bestie - a centinaia -, quando andavano ai pascoli collinari o scendevano a quelli più vicino alla costa. Era grande il pericolo per gli incauti passanti: "nella quale circostanza" scrive l'ignoto disegnatore "non vi è altro scampo, che fuggire, ovvero gittarsi in terra" (d'altra parte - sino a qualche decennio fa - non era infrequente veder trascorrere placidamente, per le vie di Quadroni, alcune mucche dirette ai vicini pascoli).









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